Del romanzo di Lem, che ho letto di recente, ho in programma di pubblicare una recensione. Vi lascio qui un'anteprima:
Dopo un viaggio durato 10 anni per lui e 127 per la Terra, Hal Bregg torna a casa insieme con ciò che resta del suo equipaggio. La sua astronave è stata diretta verso Fomalhault, stella nella costellazione del Pesce Australe. Al suo ritorno Hal trova un pianeta profondamente cambiato, in cui la società ha spento qualunque istinto di violenza nell'essere umano.
Sta qui il duplice modo di vedere Ritorno dall'universo: è indubbiamente un'utopia, poiché viene descritta una società in qualche modo ideale, dove la violenza e la guerra sono state cancellate perché in fondo non risultavano più in alcun modo necessarie; dall'altro è una distopia, un po’ per come è iniziata, un po’ perché dal punto di vista di Hal il genere umano, lasciandosi alle spalle i suoi istinti violenti, si è anche lasciato alle spalle altri aspetti positivi del proprio carattere, prima fra tutti la spinta creativa.
Ovviamente non c'è viaggio del tempo che non si porti dietro un qualche paradosso.