Non sempre l'esigenza è quella di costruire un nuovo prodotto. Per molte aziende è molto più frequente l'esigenza di gestire in forma digitale dei processi gestionali interni, per aumentare l'efficienza, ridurre le possibilità di errore e mantenere i flussi in forma digitale.
Chiunque adotti un ERP, un CRM o un altro software gestionale di mercato conosce bene le difficoltà ed i costi (non solo monetari) di adattamento dei flussi operativi alle proprie specifiche di business.
In tutti questi casi, così come per le necessità di creare nuovi tools informatici ad uso interno, il #nocode può davvero fare molto.
In primo luogo, per la flessibilità ed i ridotti tempi di sviluppo. Ma soprattutto perchè è sufficiente fare un minimo di formazione al personale operativo non IT per fare in modo che diventino loro stessi gli owner della procedura #nocode. Anche se la prima release di un tool aziendale interno venisse sviluppata da terzi, l'handover del risultato trasferisce tutto il know how all'azienda. Che in questo modo riduce o annulla la dipendenza dall'esterno.
Sembra troppo bello per essere vero. Ma almeno in teoria le cose stanno proprio così. Certo dovremmo abituarci a discutere di API, ovvero di quel protocollo geniale di trasferimento dati “dietro le quinte” (che sarebbe server-to-server) che permette di ricevere un input da elaborare ed eventualmente restituire a fine processo.
Troppo presto? troppo tecnico? e la privacy? ma i dati sono sicuri?
Ad ogni domanda c'è una risposta, che magari vedremo di affrontare in futuri approfondimenti, ma intanto è bene sapere che esiste una concreta possibilità di disporre di soluzioni ad hoc, completamente #nocode, veloci da sviluppare e facili da mantenere.