Rodolfo fa quel lavoro che sognavo di fare e lo fa bene da oltre 30 anni. Oggi è uno dei migliori designer di moto sulla piazza. Se hai posato gli occhi su una delle ultime Triumph Tiger o Trident o hai amato la Moto Guzzi Griso o la Suzuki Katana (per citarne alcune) lo sai bene.
Ci è riuscito con talento, serietà, dedizione, abnegazione, amore smisurato per la motocicletta, le sue forme ed ogni più piccolo dettaglio. Non è uno stilista che deve ostentare ad ogni costo la propria firma e neppure un egoriferito che deve disegnare forme originali; tutt'altro, è un professionista molto pragmatico, rigoroso.
Quando studiavo, ad inizio secolo, Rodolfo non era ancora così conosciuto, ma era già affermato e per me era già un punto di riferimento. Era come immaginavo sarei stato anch'io, benché lo conoscessi solo per le moto che disegnava. Mi bastava per cogliere il suo approccio.
Anche se l'altro giorno non è stato il nostro primo incontro, è stata la prima volta in cui ho avuto l'opportunità di parlare a lungo con lui, di farmi mostrare come lavora, di farmi spiegare i meccanismi e le logiche che stanno dietro alla definizione delle forme e caratteristiche di una moto. Con grande spontaneità e caloroso entusiasmo, Rodolfo si è aperto e raccontato. Gli sono grato per la generosità con cui lo ha fatto e perché, senza saperlo, mi ha permesso di rielaborare quelle scelte fatte un po’ di anni fa.
Non sono diventato un designer (mai dire mai!), ma ciò che ho vissuto, imparato e sperato mi hanno reso ciò che sono oggi e soprattutto come lo sono. Rimango perciò sempre più convinto che sia indispensabile appropriarsi di ogni momento e non aver paura dei propri sogni, delle proprie aspirazioni e anche delle delusioni perché sono proprio quelle che ti insegnano di più.