Non vedo l'ora che sia domani.
Domattina spingerò il boxerone fuori dal garage quando il sole pallido di febbraio sarà spuntato dalla campagna e la temperatura mi inviterà a starmene sotto ad una coperta. Tirerò l'aria e all'avviamento uscirà un alito di fumo biancastro dallo scarico. Mentre l'olio raggiungerà la sua temperatura d'esercizio, ultimerò la vestizione. Giacca pesante, guanti pesanti… Poi ingranerò la prima e punterò verso sud, verso Pavia.
Di solito da qui si prosegue verso l'Oltrepo. Invece il mio intendimento è un altro. Aspetterò gli amici che arrivano da vari punti del nord Italia (Imperia, Parma, Verona…) e anziché proseguire la discesa risaliremo assieme il Ticino. Li accompagnerò a conoscere la pianura irrigua, le frazioni di campagna, le grance e le abbazie, i ponti, le dighe e i canali che disegnano il territorio fino al Lago Maggiore. Termineremo dove il fiume inizia o, perlomeno, dove inizia la parte che conosciamo noi: il Ticino inferiore. La risalita potrebbe proseguire poi in Svizzera fino al Passo della Novena e magari un altro giorno ci regaleremo anche quella metà di storia.
Rapito dall'immaginazione per il giorno che verrà e ancor di più dai preparativi del percorso, non ho guardato la moto. Tanto la uso sempre, tanto l'ho usata anche l'altro giorno. Ecco, ci sono cascato.
La moto va sempre controllata e, come su molti altri controlli lo ammetto sono piuttosto negligente. Ma un giorno il Guaro che puliva una moto dopo averla riparata mi rivelò: “più le dai, più lei ti dà”. Si riferiva alle cure che spesso dimentichiamo e poi tendiamo a sostituire con regali e gadget un po’ come si fa con i bambini, quando si vuole compensare un'assenza o una mancanza con un giocattolo extra.
Ma quali sono questi controlli?