Non ho mai fatto video con il righello e la calcolatrice basandomi strettamente sulle statistiche dei video precedenti e tantomeno creo video con logica clickbait, ovvero “acchiappa click”, usando temi o termini che portano a schiacciare play. Certamente guardo cosa mi dicono i dati e i commenti per capire cosa interessa, trarne spunti e - come nel primo video - a volte cerco un titolo un po’ più d'effetto che, forse, in questo caso ha avuto la sua parte di merito.
Quando faccio un video lo faccio per un'esigenza di condivisione di un'informazione, un'emozione, un momento e cercando di mettermi sempre dalla parte di chi poi quel video lo si trova a guardare (sì, lo so, questo lo direbbe chiunque). In parole povere la logica che sta alla base dei miei video, a prescindere dall'argomento specifico, è che siano video che piacciono a me. Mi chiedo sempre: io guarderei questo video? Lo guarderei per intero? E una volta visto sarei soddisfatto della visione e soprattutto della narrazione tanto da consigliarlo ad un amico o da volerne parlare?
Se sei tra quelli che mi seguono da un po’ ormai saprai anche che per me la storia è di gran lunga più importante della tecnica. In un video mi preoccupo più di ciò che devo e voglio raccontare e di come voglio raccontarlo che di frame per secondo, ottiche, etc etc. La cosa poi si complica quando devo girare un video e allo stesso tempo guidare un gruppo di amici in moto. Forse non sembra, ma ti posso assicurare che le due cose non vanno d'accordissimo. Ecco che in questo caso la tecnica scompare quasi del tutto per lasciare il posto all'immediatezza. Realizzando questi due video non avevo grandi aspettative sul risultato da un punto di vista tecnico. Desideravo semplicemente raccogliere una testimonianza di queste giornate, fermare un ricordo per chi c'era e mostrare a chi non c'era come sono andate le cose.
Il video del ReggioMare, però, aveva un vantaggio: avevo già visto il girato dell'altro video e avevo già quasi terminato il montaggio, per cui potevo far tesoro degli errori e delle lacune (oltre che di batterie cariche…). Inoltre ho pubblicato i due video solo dopo averli finiti entrambi e posso dire di averli montati contemporaneamente per avere il più possibile omogeneità perché ero molto dubbioso specie sul primo. Insomma il mio cavallo vincente era il secondo video, ne ero certo: riprese migliori, più varietà di inquadrature, gruppo più numeroso, più scene e momenti e poi i passi appenninici contro un itinerario fluviale di campagna. Non ho dubbi che sia il contenuto migliore tra i due. Eppure…
Eppure le views sembrano dire il contrario. E sappiamo quanto il dato delle visualizzazioni sia quello sotto gli occhi di tutti, quello che decreta il successo di un video. O no?
Guarda il grafico qui sotto, perché parla di tempo, la risorsa più importante che abbiamo.