Dalle Cassette Allo Streaming
Negli anni ‘90 con il
compact disk l'industria musicale si è trasformata ed è cresciuta.
Con il CD l'industria musicale ha raggiunto il suo picco di guadagni nel 1999.
Cos'è successo poi? Giugno 1999, nasce
Napster:
Un diciannovenne americano si attacca al computer di suo zio e dopo qualche mese passato a programmare tira fuori un software che ottiene questo singolare risultato: se hai della musica nel tuo computer la puoi mandare gratuitamente a qualsiasi umano che abbia un computer. E viceversa.
Improvvisamente l’idea di spendere soldi per procurarti della musica diventava vagamente babbea. Il diciannovenne si chiamava
Shawn Fanning, il software si chiamava Napster. Due anni e lo misero fuori legge, ma ormai la frittata era fatta.
In quei pochi mesi Napster era diventato un nome famoso (
Shawn finí sulla copertina di «Time») e nella fantasia collettiva aveva creato un clamoroso precedente: in pratica aveva insegnato che se eri un tipo sveglio e prendevi sul serio i precetti del prof.
Berners-Lee (mettiamo in connessione i nostri cassetti) potevi fare un casino micidiale, tipo distruggere a soli diciannove anni un’intera industria (nel caso quella discografica).
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La Musica Liquida
La musica con lo streaming, con un termine che mi ricorda
Zygmunt Bauman, è diventata “liquida”.
I guadagni dell'industria, che devono essere condivisi tra musicisti, cantautori, etichette discografiche, agenti ed editori, sono crollati e sorrido pensando che per un periodo le suonerie per i cellulari valevano l'11% dell'intera industria musicale registrata negli Stati Uniti.
Anche in Italia, fra il 2005 e il 2010, le suonerie per i cellulari sono state fonte di guadagni importanti di giovani imprenditori che, pur non essendo musicisti, avevano scovato questa redditizia nicchia di mercato.
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Lo Streaming E Le Playlist
Oggi la musica si ascolta in streaming e in particolare nelle
playlist.
È raro che una persona ascolti un album dall'inizio alla fine. Certo ci sono delle eccezioni. La prima che mi viene in mente è quella che riguarda gli appassionati di musica classica.
Le canzoni più lunghe hanno un impatto più euforico e ipnotico. Allora perché le canzoni commerciali finiscono così presto?
Chi ascolta musica classica non ama le playlist, preferisce ascoltare ad esempio una sinfonia dall'inizio alla fine e non essere sballottato da un'orchestra all'altra, da un compositore all'altro, da un direttore di orchestra a un altro.
È proprio per questo che esistono servizi di streaming musicale pensati solo per la musica classica ed è il motivo, fra gli altri, per cui ad agosto Apple ha acquistato Primephonic:
“Amiamo e abbiamo un profondo rispetto per la musica classica, e Primephonic è uno dei servizi preferiti da chi apprezza questo genere”, ha affermato Oliver Schusser, Vice President di Apple Music e Beats.
“Insieme, stiamo arricchendo Apple Music di nuovi contenuti classici, e nel prossimo futuro offriremo un’esperienza di musica classica dedicata che sarà davvero la migliore al mondo.”
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I Musicisti E Le Playlist
Le playlist musicali sono diventate un mezzo importante per promuovere la propria musica.
I servizi di streaming offrono a chiunque la possibilità di creare le proprie playlist e sono nati anche dei tool pensati per la loro realizzazione.
Attorno a questa esigenza dei musicisti di essere ascoltati dai curatori delle playlist e di essere inseriti nelle playlist dei curatori, sono nati tutta una serie di servizi con questo scopo.
Uno di questi si chiama SubmitHub, ed è nato nel 2015.
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