Dicevamo, quindi, che l'Inter questa settimana ci ha regalato due grandi vittorie contro Bologna e Fiorentina, dal peso specifico diverso.
Contro il Bologna, dopo i due passi falsi (a livello di risultati) contro Sampdoria e Real Madrid, serviva una prova di forza. E l'Inter ha letteralmente rotto gli argini dopo una manciata di minuti contro la squadra di Mihajlovic, superando agilmente il pressing pazzo rossoblu fin dalle prime azioni, grazie alle giocate tecniche individuali dei vari Lautaro (che inizia l'azione dell'1-0 a 80 metri dalla porta, per poi concludere nell'area piccola), Barella e Brozovic.
Contro la Fiorentina, invece, l'Inter ha avuto il primo crash test della stagione. Una squadra in salute, con delle idee tattiche precise ma molto meno utopistiche di quelle bolognesi. E un attaccante devastante lì davanti, con quel numero 9 a bombardare di tiri gli avversari.
Anche la Fiorentina ha utilizzato l'arma del pressing per mettere in difficoltà l'Inter, scegliendo un aggressione costante ma calibrata, in cui i singoli interpreti avevano molta più libertà di scelta e di adattamento rispetto al “tutti su” di Mihajlovic. Italiano ha giocato a scacchi con Inzaghi e ha attaccato subito il Re.